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Il Libano insorge contro la cieca parzialità del rapporto israeliano
Morti civili, bombe a grappolo e distruzioni: neanche una riga


La strage di Qana con i suoi 29 morti? I civili fatti a pezzi dai razzi sganciati dai caccia israeliani mentre cercavano di mettersi in salvo? Le distruzioni immense in sud Libano e nei quartieri meridionali di Beirut? Di tutto ciò non c'è nulla nel rapporto Winograd. La guerra della scorsa estate, hanno confermato i membri della commissione d'inchiesta israeliana, è stata giusta, l'unico «problema» è che lo Stato ebraico non è riuscita a vincerla a causa dell'incompetenza del primo ministro Olmert, del ministro della Difesa Peretz e dell'ex capo di stato maggiore Dan Halutz...

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Il Libano insorge contro la cieca parzialità del rapporto israeliano
Morti civili, bombe a grappolo e distruzioni: neanche una riga

Michele Giorgio, Il Manifesto

Gerusalemme, 4 maggio 2007

La strage di Qana con i suoi 29 morti? I civili fatti a pezzi dai razzi sganciati dai caccia israeliani mentre cercavano di mettersi in salvo? Le distruzioni immense in sud Libano e nei quartieri meridionali di Beirut? Di tutto ciò non c'è nulla nel rapporto Winograd. La guerra della scorsa estate, hanno confermato i membri della commissione d'inchiesta israeliana, è stata giusta, l'unico «problema» è che lo Stato ebraico non è riuscita a vincerla a causa dell'incompetenza del primo ministro Olmert, del ministro della Difesa Peretz e dell'ex capo di stato maggiore Dan Halutz.

Di fronte al dibattito monco in Israele e alla memoria corta di tanti governi verso i costi immensi, soprattutto in vite umane, che il Libano ha pagato sino ad oggi, è insorto il premier Fuad Siniora, ammonendo inoltre che Israele potrebbe scatenare una nuova offensiva per vendicare lo smacco subito per mano della guerriglia di Hezbollah. «Il rapporto ha ignorato le vittime innocenti libanesi, come se gli israeliani siano stati le sole vittime in quella guerra ingiusta», ha protestato Siniora in un comunicato pubblicato ieri.

«L'inchiesta non ha accennato a nessuna delle perdite umane e materiali subite dal Libano», ha aggiunto.

Parole forti pronunciate da un premier che peraltro è un convinto filo-occidentale - e che mantiene strette relazioni con il governo Prodi - e non dal leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Anzi quest'ultimo due giorni fa, con tanto fair-play, ha elogiato il lavoro svolto dalla Commissione Winograd, perché il rapporto ha descritto minuziosamente il fallimento militare di Israele e, di conseguenza, ha esaltato le capacità «belliche» dei combattenti sciiti.

Circa 1.200 libanesi, in gran parte civili, e 158 israeliani, 119 dei quali militari, sono stati uccisi nel conflitto del luglio-agosto 2006. Nei 34 giorni della guerra scatenata da Israele dopo la cattura di due suoi soldati da parte di Hezbollah, la distruzione in Libano è stata rapida e vasta. Infrastrutture civili, strade, ponti, sono stati polverizzati nel sud del paese. Diversi villaggi e cittadine sono stati in gran parte distrutti dall'artiglieria e dall'aviazione di Israele «in preparazione» dell'offensiva di terra. Bint Jbeil è stato raso al suolo per il 45%. I danni ammontano a oltre cinque miliardi di dollari.

Fatte sgombrare le rovine, la ricostruzione di case e interi edifici si muove a passi lenti. Il governo libanese ha offerto 60 milioni di lire libanesi (circa 40 mila dollari) per ogni casa distrutta totalmente ma finora gli sfollati ne hanno ricevuto solo una piccola parte. Da parte sua «Jihad al-Binaa», la fondazione di Hezbollah che si occupa della ricostruzione, ha dato a chi ha perso la casa 10 mila dollari, che se ne vanno per pagare gli affitti, raddoppiati dalla fine del conflitto. Il partito sciita inoltre, grazie a donazioni iraniane (112 milioni di dollari) sta riparando migliaia di case e costruendo centinaia di edifici ma se i lavori procedono bene a Beirut invece vanno piano nel sud. Con fondi giunti dal Qatar si stanno riparando ospedali, edifici pubblici e circa 400 luoghi di preghiera ma servono nuovi ingenti finanziamenti per ridare case e scuole a migliaia di famiglie.

Non vanno dimenticati anche i danni ingenti alle industrie, le centinaia di milioni di dollari perduti dal turismo (che è uno dei settori trainanti dell'economia) e le migliaia di contadini delle regioni meridionali che non possono recarsi nei campi, oppure lo fanno rischiando la vita, a causa della presenza delle bombe a grappolo sganciate da Israele.

Durante la guerra, le forze armate dello Stato ebraico hanno lanciato sul Libano dai 3.000 ai 6.000 ordigni al giorno e, secondo i dati diffusi dall'UnMacc, l' agenzia dell'Onu per lo sminamento del Libano, attualmente vi sono ancora un milione di bombe inesplose. Due giorni fa Chris Clark, direttore dell'UnMacc, ha riferito che sono al lavoro ogni giorno 60 squadre di sminatori che dovrebbero terminare il loro compito entro la fine del 2007. Dalla fine del conflitto sono stati uccisi dall'esplosione di ordigni abbandonati 22 civili, mentre 178 sono rimasti feriti.

Ma su tutto ciò la Commissione Winograd ha chiuso gli occhi.


:: Article nr. s6421 sent on 07-may-2007 11:52 ECT

www.uruknet.info?p=s6421

Link: www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=4800



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